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Sabato Santo il rito dei "Vattienti"
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NOCERA TERINESE - Come accade puntualmente ogni anno, decine di flagellanti con il loro tradizionale seguito si preparano a dare vita sabato al secolare rito dei "Vattienti" per il quale è noto il centro alle pendici del Reventino. Un rito pasquale di sangue di cui i noceresi sono custodi assai gelosi e sul quale non gradiscono alcuna critica. Una rappresentazione pasquale di notevole impatto emotivo per molti spettatori.
Per seguire le cui fasi migliaia di persone di buon mattino invadono non solo la via principale del paese, ma anche le irte viuzze e gradinate dell'abitato fino all'area antistante all'antico convento dei Cappuccini. Per un giorno i "Vattienti" sono capaci di scacciare la monotonia della quotidianità paesana, creando uno straordinario momento d'incontro per la gente e d'incentivazione turistica. Sabato si riproporranno scene consuete, a cominciare dalle lunghe file di automobili parcheggiate ai margini dell'unica via d'accesso al paese, che riporteranno in primo piano la necessità della carenza di ampie aree di sosta. In ogni modo i flagellanti noceresi, il cui numero oscillerà tra 60 e 100, ripeteranno la cruenta rappresentazione del Sabato santo, in cui fattori emozionali, spirituali, liturgici (talvolta anche esibizionistici, ad avviso di qualcuno), insieme creano un'atmosfera quasi fuori del tempo, catturando i sensi, l'animo degli spettatori e dei protagonisti.
Scalzi, ognuno seguito dal rispettivo "Acciomu" (Ecce Homo), quest'ultimo avvolto da un panno rosso dalla cintola in giù e a piedi nudi, i "Vattienti" nel caratteristico costume nero percorreranno le vie del paese, incontrando la statua dell'Addolorata portata contemporaneamente in processione da uomini indossanti una tonaca bianca. Qua e là con il tipico "cardu" si percuoteranno energicamente più volte sulle cosce e i polpacci scoperti, provocandosi visibile fuoriuscita di sangue e creando un contesto fuori del comune.
Per terra, lungo via Santa Caterina, vaste chiazze di sangue vivo misto al vino-aceto usato per la disinfezione delle ferite; impronte della rossa linfa di vita lasciate con mazzi di fiori, per voto, per devozione, sul frontespizio del Calvario all'ingresso del paese.
 
Fonte: gazzettadelsud.it |Archivio Notizie dal Lametino
 
 
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