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24 gennaio 2012
 

Asp, «Colpo di mano di Mancuso»

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Scritto da: Redazione
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Battaglia politica senza esclusione di colpi tra Udc e centrosinistra cittadini. A cominciare dall’Asp. «Il dottor Mancuso dimostra di avere memoria corta: fin dal momento della sua nomina come commissario prima e direttore generale poi, il sindaco ha sempre tenuto nei confronti dell’Asp una condotta istituzionale assolutamente ineccepibile ed inappuntabile, collaborando proprio nell’interesse della salute dei cittadini», dichiara Rosario Piccioni, l’assessore della giunta Speranza che replica al manager dell’azienda sanitaria.
Tutto è nato da quando la Conferenza dei sindaci presieduta da Speranza ha attaccato la dirigenza Asp e le sue carenze. Mancuso ha replicato elencando le positività, e a dargli sostegno è stato il gruppo dell’Udc al Comune.
Ora Piccioni è in sostanza sorpreso di questo scontro avendo finora il sindaco visto di buon grado un lametino alla guida dell’Asp proposto da Franco Talarico, presidente del consiglio regionale, di Lamezia anche lui. «Il sindaco e l’amministrazione hanno evitato ogni logica di appartenenza politica», ricorda l’assessore, «rispettando l’autonomia gestionale di Mancuso e cercando di interloquire con l’azienda per sollecitare la risoluzione di problematiche sulla salute. In questi ultimi mesi l’Asp ha invece tenuto una condotta gravissima sfociata nell’assunzione di atti palesemente illegittimi. La considerazione nei confronti di Mancuso è stata tale che il sindaco ha dapprima sollevato la questione di cui si sta discutendo oggi in una conversazione telefonica, dando la possibilità di approfondire e rivedere il tutto. Successivamente ha proceduto ad inviare una dettagliata ed argomentata nota scritta e, solo alla fine, vista la risposta burocratica ed elusiva dell’Asp, ha informato tutti i sindaci del comprensorio».
La spiegazione che arriva da Palazzo Maddamme è questa: « La normativa prevede l’istituto della Conferenza dei sindaci, composta da tutti i primi cittadini della provincia. La Conferenza nomina poi un comitato di rappresentanza che a sua volta nomina un presidente ed un vice: Rosario Olivo e Gianni Speranza. Quando il primo ha finito il suo mandato la conferenza è rimasta priva della figura del presidente le cui funzioni, essendo ancora in carica Speranza, sono passate ad interim al vice».
Prosegue Piccioni: «Il direttore Mancuso, nell’iter di approvazione dell’atto aziendale, ha ritenuto di chiedere il parere alla Conferenza dei sindaci della provincia ed ha indirizzato la domanda al neo sindaco di Catanzaro Michele Traversa, piuttosto che a Speranza nella sua qualità di facente funzioni di presidente. Per di più il parere sull’atto, qualche giorno dopo, non è stato neanche rilasciato dal sindaco dimissionario di Catanzaro, ma dal vice Maria Grazia Caporale. Se il parere fosse stato correttamente indirizzato al facente funzioni di presidente, certamente Speranza, piuttosto che emettere un parere individuale, avrebbe immediatamente convocato la conferenza dei sindaci per deliberare collegialmente».
Ancora: «Passi pure che Mancuso, per un’errata valutazione, abbia pensato che la carica di presidente della conferenza passasse automaticamente al nuovo sindaco di Catanzaro. Ciò che è inconcepibile, soprattutto per un dirigente di altissima qualità qual egli è, è invece non aver riscontrato, all’esito del parere rilasciato, che lo stesso non solo non proveniva dalla Conferenza dei sindaci ma che addirittura era reso e sottoscritto da persona diversa da Traversa. Nel procedimento in questione c’è un concentrato di vizi dell’atto amministrativo che potrebbe diventare un caso scolastico da trattare in sede accademica. Dunque o Mancuso ha sbagliato, e per carità “errare humanum est”, oppure ha cercato la strada più semplice per incassare a tutti i costi un parere favorevole».
Per Piccioni «Mancuso ha evidenziato con il suo comportamento di essere contro Lamezia e i sindaci della provincia. Ed anche se il Tar dovesse dare ragione all’Asp, l’offesa politica contro questo territorio e la sua comunità non verrà mai cancellata».
Mancuso ha detto d’essere in attesa dei “provvedimenti di autotutela a cui il sindaco di Lamezia fa riferimento”. Piccioni replica che le iniziative «sono state richieste all’unanimità da tutti i sindaci presenti e devono essere da lui adottati e non da altri. L’istituto dell’autotutela è infatti previsto per le amministrazioni proprio per porre rimedio spontaneamente ai propri errori: dunque non c’è niente da aspettare, ma solo da adottare in prima persona».
L’assessore accusa il direttore Mancuso di «un vero e proprio colpo di mano con cui si è cercato di nominare un componente del collegio dei revisori dei conti dell’Asp esclusivamente con una nomina effettuata ancora una volta da un soggetto diverso da quello istituzionalmente competente, cioè la Conferenza dei sindaci». Secondo PIccioni «proprio Mancuso, che accusa il sindaco di fare scontro politico, si fa strumento di polemica politica di chi lo ha nominato per agire contro Lamezia e il suo comprensorio».




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