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Lamezia Terme

17 aprile 2012
 

Una giornata davvero indimenticabile

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Scritto da: Redazione
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Siamo già al dopo la visita pastorale del Papa. Ed è tempo di riflessioni, ma anche di bilanci. Tante le riflessioni del popolo dei fedeli e non solo, dopo la lettura dell’omelia di Benedetto XVI. Tanti gli spunti di approfondimento per i calabresi.
Intanto il motto scelto dalla diocesi lametina per la visita pastorale del Papa è stato “Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina”, una specie di anticipazione ad alcuni temi inseriti nell’omelia papale.
«Un miracolo», osserva don Giancarlo Leone, parroco della Chiesa della Pietà e coordinatore del comitato organizzativo che ha curato fin dall’inizio la visita di Ratzinger. Spiega il sacerdote: «Quello del Nazareno nel significato più estensivo non si vuole limitare alla semplicità di un gesto miracoloso, ma al modo in cui l’uomo può rigenerarsi, curarsi, rinsavire, dai suoi mali, ritrovare la strada maestra attraverso, la preghiera e la fede in Dio».
Infatti il Santo Padre domenica scorsa in un’area ex Sir gremita ha detto: «Sono venuto per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa comunità diocesana. So che vi siete preparati a questa visita con un intenso cammino spirituale, adottando come motto un versetto degli atti degli Apostoli “Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!”. So che anche a Lamezia Terme, come in tutta la Calabria, non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni. Se osserviamo questa bella regione, riconosciamo in essa una terra sismica non solo dal punto di vista geologico, ma anche da un punto di vista strutturale, comportamentale e sociale; una terra, cioè, dove i problemi si presentano in forme acute e destabilizzanti; una terra dove la disoccupazione è preoccupante, dove una criminalità spesso efferata, ferisce il tessuto sociale, una terra in cui si ha la continua sensazione di essere in emergenza. All’emergenza, voi calabresi avete saputo rispondere con una prontezza e una disponibilità sorprendenti, con una straordinaria capacità di adattamento al disagio. Sono certo che saprete superare le difficoltà di oggi per preparare un futuro migliore. Non cedete mai alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi. Fate appello alle risorse della vostra fede e delle vostre capacità umane; sforzatevi di crescere nella capacità di collaborare, di prendersi cura dell’altro e di ogni bene pubblico, custodite l’abito nuziale dell’amore; perseverate nella testimonianza dei valori umani e cristiani così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione».
«Sono espressioni forti e pregnanti», osserva don Leone, «che resteranno nella mente e nel cuore di tutti noi, e che ci aiuteranno a proseguire il cammino verso la “Parola di Dio” nell’unione della Chiesa con i fedeli».
Don Giancarlo ha poi voluto fare un piccolo bilancio di questo grande evento, dove aveva un ruolo importante come coordinatore del comitato organizzativo, e che gli ha dato la possibilità di conoscere meglio la Calabria che , in questa particolare occasione, «ha espresso il meglio di sè».
«Un impegno che ho svolto grazie ai tanti collaboratori, ai tantissimi giovani che si sono impegnati in un lavoro corale per accogliere in modo egregio il Papa», dice soddisfatto il sacerdote, «credo che ci siamo riusciti, ma sono sicuro che Sua Santità ha portato con sè tanti volti, tanti sguardi e tanta devozione, generosità, tanto amore e spirito di fede che ha colto intorno a sè».
È toccato invece a Ubaldo Navigante, diacono permanente della diocesi e segretario del vescovo emerito Vincenzo Rimedio, a stare al servizio del Papa con la qualifica di “diacono del palco papale. Navigante con un altro diacono appena è arrivato Benedetto XVI lo hanno preceduto, davanti alla papamobile, anticipando il percorso verso l’altare.
«Un’esperienza emozionante», ha raccontato il diacono, «che resterà per sempre nel mio cuore. Ero lì accanto al Vicario di Cristo, al successore di Pietro in un’esaltante giornata di spiritualità e di preghiera, in comunione perfetta con tanti fedeli. È stato indimenticabile».
Sarah Incamicia




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