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14 febbraio 2012
 

Processo Rainbow riprende in appello e subito un rinvio al 3 di novembre

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Scritto da: Redazione
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LAMEZIA TERME - Ieri prima udienza d’appello a Catanzaro del processo “Rainbow” a cinque imputati coinvolti nell’operazione della procura lametina per usura ed estorsione. Al processo saranno acquisite le dichiarazioni dell’imputato Angelo Torcasio, 26 anni, che ieri il suo difensore ha chiesto alla corte di secondo grado di ascoltare. I giudici hanno così rinviato a giovedì 3 novembre per raccogliere il racconto del giovane. Si tratterebbe del primo pentito del clan Torcasio. Che potrebbe vuotare il sacco e raccontare verità compromettenti.
Il collaboratore di giustizia fu tra i quattro imputati condannati il 30 settembre dell’anno scorso dal tribunale lametino presieduto da Pino Spadaro. 5 anni di reclusione è stata la pena inflitta al 26enne, mentre a 5 anni e 4 mesi è stato condannato Francesco Muraca, a 4 anni e 10 mesi Carlo Stranges, a 3 anni e 4 mesi Saverio Antonio Stranges. Furono invece assolti Vincenzo Perri e Luigi Stranges. Altri due imputati di «Raimbow», Peppino Buffone di 55 anni, e Vincenzino Lo Scavo di 57, ottennero il giudizio abbreviato che si concluse il 15 settembre 2009, con una condanna a 7 anni di reclusione per Lo Scavo, ed una a 4 anni e 8 mesi per Buffone, poi ridotte in appello a 4 anni per il primo ed a 3 anni per il secondo.
Il pubblico ministero Luigi Maffia in primo grado aveva chiesto la condanna per cinque degli imputati. Per Perri 6 anni di reclusione e 15 mila euro di multa, per Torcasio 7 anni, e Muraca 9. Questi ultimi due sono accusati di avere costretto l’imprenditore edile Giovanni Stella a subappaltare i lavori d’impiantistica nella nuova sede Inps in favore della Macom Srl, società che secondo il pubblico ministero è riconducibile a Peppino Buffone, socio occulto della stessa società. Mentre Muraca è accusato di usura nei confronti di Stella e dell’assicuratore Nicola Provenzano.
Nei confronti di Perri l’accusa era pure di usura. Per Carlo Stranges erano stati chiesti 8 anni e multa di 15 mila euro, per Saverio Antonio Stranges 6 anni e multa di 2 mila euro. I due rispondevano di usura ai danni di Francesco Rafele. Mentre per Luigi Stranges, 60 anni, il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione. Tutti erano accusati a vario titolo di usura ed estorsione. Per alcuni reati Muraca era stato assolto dal tribunale.
Nel corso dell’ultima udienza gli avvocati per i loro assisti avevano chiesto l’assoluzione ritenendo insufficienti le prove acquisite durante la fase investigativa. Il processo è scaturito nell’ambito di un’operazione congiunta di carabinieri e guardia di finanza su un presunto giro di usura, estorsioni ed emissione di fatture inesistenti avvenuto in città.
Nell’inchiesta finirono, oltre ai sei indagati per i quali è stata emessa la sentenza di primo grado, altre 70 persone per alcune delle quali c’è stato il rinvio a giudizio. Tra queste alcuni funzionari di banca, assicuratori ed altri professionisti legati al settore della finanza.
L’indagine fu avviata nel 2005 quando ai carabinieri della locale Compagnia alcune persone si presentarono per denunciare delle truffe subite, e quando l’Ufficio italiano cambi segnalò alla guardia di finanza alcune operazione bancarie sospette. Due filoni d’indagine poi unificati in un’unica inchiesta che il 13 gennaio 2009 porto all’arresto di 14 persone. (v.l.)




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