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24 ottobre 2011

Ospedale, ridisegnata la mappa dei posti letto

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Scritto da: Redazione
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Lamezia Terme - Si è passati da 305 a 260. In appena 10 anni. Dal 2001 ad oggi infatti i posti letto delle unità operative dell’ospedale “Giovanni Paolo II” hanno registrato un “meno” 45. Tanti per chi osserva i freddi numeri. Normale amministrazione per chi, da oltre un anno, guida la sanità lametina.
«In passato – spiega alla Gazzetta del sud il direttore generale dell’Asp Gerardo Mancuso – l’assegnazione dei posti letto avveniva seguendo un’indicazione ministeriale che teneva conto del bacino d’utenza dell’ospedale; per esempio al nosocomio di Catanzaro erano stati assegnati 1.100 posti letto. Numero che oggi, in base alle nuove direttive, è stato nettamente dimezzato: di posti letto infatti ce ne sono solo 450. La stessa cosa è avvenuta a Lamezia: al nostro ospedale erano stati assegnati oltre 300 posti letto, che però nei fatti non esistevano in quanto non erano attivi. Negli ultimi dieci anni, infatti, la Regione ha rimborsato l’ospedale lametino per soli 194 posti letto, quelli cioè attivati realmente nelle diverse unità operative». Mancuso fa qualche esempio: «Sulla carta c’erano dei posti letto assegnati al reparto di chirurgia plastica, un reparto che non è mai entrato in funzione».
Un numero “gonfiato” di posti letto, dipeso anche dal fatto che in passato l’ospedale era l’unico centro dove si sviluppavano le attività sanitarie. «Fino a pochi anni fa sul territorio non c’era nulla – spiega il direttore generale dell’Asp – solo negli ultimi anni si è sviluppata l’idea del territorio, con servizi dislocati in strutture diverse dall’ospedale, come la Saub. Tendenza che è cresciuta sempre più, al punto che oggi in tutto il mondo, non solo a Lamezia, si è deciso di ridurre i posti letto ospedalieri. Una riduzione che ha determinato, come controaltare, la presenza di più servizi sul territorio. Questo trend ha preso il via negli anni 2000 ed è ancora in corso, in virtù anche di una nuova legge dello Stato che ci impone di ridurre il numero dei posti letto ospedalieri, perchè si è visto che il 30% dei ricoveri è inappropriato».
Ed a proposito di ricoveri impropri, lo stesso ministero della Salute ha imposto dei parametri molto rigidi e soprattutto delle sanzioni per chi commette degli “abusi”, dato che negli anni, in quasi tutti gli ospedali, e non solo quelli del sud, sono stati effettuati ricoveri non necessari. Con un conseguente aumento della spesa e un sovraccarico della macchina sanitaria. Da qui l’introduzione dei cosiddetti “day hospital” e “day surgery”, che per chi non mastica l’inglese significa che un paziente, per determinate patologie, può essere curato nell’arco di poche ore o al massimo in una giornata, senza così andare ad occupare un posto letto che invece potrebbe servire per casi più gravi. Così si migliora il servizio e non si intaccano più del dovuto le casse aziendali.
Tornando ai numeri relativi ai posti letto dell’ospedale lametino, spulciando un po’ i dati delle singole unità operative, si vede come negli ultimi dieci anni ci sono stati dei reparti che non hanno avuto dei tagli, anzi hanno registrato un aumento dei posti letto. Come per esempio pneumologia, oncologia, urologia e ostetricia che nel 2011 hanno registrato il segno “+” di posti rispetto al 2001. Stabili nel tempo sono rimasti invece i posti letto di psichiatria, terapia intensiva, Utic, rianimazione e terapia intensiva neonatale, mentre hanno subito una riduzione di posti letto le unità operative di chirurgia generale che da 32 è passata a 26; medicina generale che da 48 è passata a 34; oculistica che da 11 è passata ad appena 2; ortopedia che è scesa da 53 a 32; otorino è passata da 14 a 13 e infine pediatria che è passata da 17 a 15 posti letto.
Numeri che nella nuova organizzazione disegnata da Mancuso, e inserita nell’atto funzionale presentato alla Regione, sono destinati a cambiare ancora: dal 2012 infatti ci sarà una nuova rimodulazione dei posti letto, con la contrazione, seppur minima, in alcuni reparti, e in compenso con l’introduzione di nuovi posti letto, come per esempio i 2 posti della neurogenetica e gli 8 posti letto del pronto soccorso per l’osservazione breve. «Abbiamo ridisegnato l’assetto ospedaliero – sottolinea il direttore generale dell’Asp – in base alle direttive legislative in tema di carichi di lavoro ma soprattutto in base alle specialità su cui vogliamo puntare per l’ospedale lametino. Siamo l’unica Azienda che ha investito nell’implementazione delle attività, e questo perchè il nostro progetto è quello di far diventare l’ospedale “Giovanni Paolo II” punto di riferimento regionale. Soprattutto per quanto riguarda la neurogenetica e in particolare la malattia di Alzheimer, e la pneumologia, con la fisiopatologia respiratoria unica nella nostra regione. Paradossalmente, quando le attività saranno tutte attivate, il nostro ospedale avrà più posti letto di prima. Per questo chi parla di riduzione di posti porta avanti una falsa polemica, dato che nella realtà quei posti non sono stati mai attivati nella storia di questo ospedale».
Luigina Pileggi





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