I soliti ignoti bombaroli hanno fatto esplodere una bomba davanti all’ingresso di uno dei più grossi centri commerciali della città, “La Piazza” di Via Leonardo da Vinci, affiliato al Gruppo Standa. È la prima volta che un centro commerciale è stato preso di mira.
La deflagrazione avvenuta nella notte, intorno alle 3 di ieri, ha mandato in frantumi tutte le grandi vetrate dell’ingresso, senza provocare enormi danni alla struttura. Danneggiamenti che sono stati riparati con tempestività dai titolari del supermercato consentendo così l’apertura del centro commerciale al pubblico nella mattinata.
Ma la deflagrazione poteva avere effetti più devastanti se non fossero intervenuti immediatamente i gestori della catena distributiva allertati dal sistema di sicurezza e dall’intervento rapido dei vigili del fuoco, che hanno circoscritto e spento le fiamme che l’esplosione aveva generato.
Secondo gli investigatori tutto lascia supporre che il gesto possa essere collegato al mondo della criminalità, ma la tecnica adottata per far scoppiare l’ordigno davanti all’ingresso del supermarket sembra diversa da quella utilizzata dagli uomini della ‘ndrangheta locale nella sue ultime azioni criminali contro alcuni esercizi commerciali.
Non è la classica bomba rudimentale che viene fatta esplodere se il titolare non paga il pizzo, o la solita bottiglietta di plastica piena di liquido infiammabile lasciata davanti all’ingresso per chiedere il tangente. Per gli investigatori è qualcosa di diverso perché, da quanto s’è appreso, la bomba era direttamente collegata ad una tanica di liquido infiammabile che a sua volta avrebbe dovuto provocare un incendio, e mandare in fumo l’esercizio commerciale.
Un sistema nuovo che probabilmente, secondo gli investigatori, viene messo in pratica da un circuito forse diverso da quello della criminalità organizzata. La tecnica adottata contro “La Piazza” sembra identica a quella utilizzata pochi giorni fa per il negozio nuovo di zecca di Pittarello, il gruppo veneto che ha scelto l’area commerciale di Feroleto Antico.
Anche in quella circostanza davanti all’ingresso del negozio fu collocata una bomba collegata ad una tanica di benzina. L’esplosione oltre a provocare ingenti danni sia all’esterno, mandando in frantumi tutte le vetrate d’ingresso, sia all’interno del negozio, finì in un incendio che mandò in fumo buona parte dell’ingresso. Anche in quel caso le fiamme furono domate.
L’obiettivo probabilmente era quello di incendiare la merce contenuta nel negozio. Ipotesi sulle quali stanno lavorando i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della locale Compagnia, e quelli della Stazione di Pianopoli per quella da Pittarello.
Ieri pomeriggio Andrea Cipolloni, amministratore delegato del gruppo imprenditoriale veneto, ha ricevuto personalmente la solidarietà delle diverse categorie del mondo produttivo lametino. All’incontro c’erano il nuovo presidente di Confagricoltura Alberto Statti, Michele Raffale e Michele Tallarico di Confcommercio, Mario Bonacci di Confesercenti, Antonello Mauri della Cna anche nella qualità di vicepresidente della Camera di commercio, ed esponenti di Confartigianato.
Lamezia rimane una realtà ad alto rischio criminale. Un dato che il presidente della Corte d’appello di Catanzaro Gianfranco Migliaccio mise in evidenza nella cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario, tracciando un bilancio delle attività della varie procure del distretto, in cui «le condizioni di insicurezza e di aggressione al territorio da parte della criminalità organizzata e comune, incidono fortemente sulla realtà sociale, che non riesce a trovare spazi vitali».

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