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18 aprile 2012
 

TANO GRASSO NON CI RIPENSI

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Scritto da: Antonello Iovane
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In un anno e mezzo circa di amministrazione su 92 riunioni di giunta le assenze dell’assessore Grasso sono state 73 a fronte di 19 presenze, con una percentuale del 20,65 % di presenze. Chissà cosa avrebbe pensato l’ex ministro Brunetta! Battute a parte, il dato ha una sua rilevanza nella misura in cui evidenzia l’assenza dell’assessore nell’amministrare il suo settore. In tutte quelle riunioni di giunta, infatti, dove era quando si approvavano e finanziavano progetti culturali non rientranti nella sua linea di lavoro e minimante presenti nel suo documento “Appunti per un progetto culturale”?. Quest’ultimo fu il primo documento realizzato da Grasso, che ha acceso ancora di più quelle critiche sorte in seguito alla sua nomina. “Cosa c’entra con la cultura? meglio assessore alla legalità” oppure “è solo uno spot per la prossima candidatura del sindaco” sono questi i commenti che facilmente erano possibile udire negli ambienti, non dell’opposizione, ma del centro sinistra.

Appunti sulla cultura poco originali

Condivido il pensiero di tutti coloro i quali si sono esposti sollevando critiche verso quegli appunti, nella misura in cui si sottolineava come il neo assessore non aveva minimamente riconosciuto, valorizzato e menzionato quanto si era fatto a Lamezia prima del suo arrivo. Come se a Lamezia Terme, non fossero state messe in atto iniziative culturali o non ci fosse stato nessuno che si fosse speso per portare cultura nella città della piana. Lui, Tano Grasso, aveva in mente progetti di ampio respiro, a livello nazionale, non piccole “cosucce”. Con tutti i soldi che gli sono stati messi a disposizione penso che eravamo tutti bravi a realizzare iniziative imponenti. Anzi son certo che ci son persone a Lamezia, senza dover ricorrere a professionalità esterne come Grasso, che avrebbero fatto di certo meglio.

L’esempio è il festival musicale sulla legalità che voleva realizzare, una Woodstock di due giorni che avrebbe coinvolto tutte le band emergenti della Calabria e del Sud d’Italia con ospiti nazionali, la realizzazione di un cd etc… Bellissima idea, peccato che in città era stata già proposta all’attuale amministrazione. Mentre, però, per l’Assessore si sarebbero stesi i tappeti rossi che conducevano verso le casse comunali, per Music Against ‘Ndrangheta (porto l’esempio della terza edizione di cui conosco maggiormente i numeri) il comune si è sforzato a dare 800euro!

Altro esempio, Capusutta. A Lamezia Terme c’è già un laboratorio teatrale, “Il teatro che non c’era”, finanziato quest’anno con 12.000 euro. Ne è stato realizzato un altro, quello dell’assessore, una fotocopia. Quali sarebbero le differenze? Ragazzi impegnati per un anno a cimentarsi nel laboratorio teatrale, che realizzano uno spettacolo portato in scena al termine della stagione, per lo più davanti a parenti ed amici ( 60 ragazzi sul palcoscenico, contando almeno 3 tra parenti ed amici per ciascuno, la platea è facilmente riempita). Importante per questioni di socializzazione e culturale certo, anche se terminato l’anno l’esperienza si disperde e tutto torna come prima. Perché, però, farne un doppione al costo di 60.000 euro? La differenza sta nel Maestro responsabile del progetto? Perché, dunque, non si fa un unico laboratorio teatrale comunale, mettendo a bando la scelta del responsabile del progetto? E di esempi cosi se ne potrebbero fare altri, ma mi fermo qui.

È sempre colpa degli altri

Tano Grasso dà la colpa di tutto alla macchina amministrativa. Ma chi ci doveva pensare al suo funzionamento se non lo stesso assessore? Il fatto di non essere stato “presente” in comune non ha inciso?

Se l’assessore ha ragione, da una parte sta criticando la guida amministrativa di questa città, asserendo che poi tanto capace a guidare non è. Non esiste, infatti, una separazione netta tra settore politico e settore amministrativo. D’altra parte ci sarebbe da lodare tantissimo tutti quei soggetti che nonostante la macchina amministrativa , come dice Grasso, hanno realizzato iniziative ed eventi che hanno ottenuto forti riscontri. Anche per loro, infatti, vale la questione che un documento per passare da un ufficio all’altro ci impiega sei mesi, o che non ci sono gli addetti all’apertura del teatro etc…

Se l’assessore ha torto, ha preso la giusta decisione assumendosi la responsabilità della mancata attuazione delle sue proposte.

Un carattere difficile

La sua personalità, accompagnata dalla superbia e arroganza, ha messo in soggezione i suoi colleghi di giunta, timorosi sol anche nel contraddirlo, nonché son state il motivo di un suo modo di fare molto ortodosso con i suoi collaboratori.

Un carattere che ha portato al fallimento alcune delle iniziative dello stesso assessore. Una mancanza di ascolto delle associazioni che ha fatto sì che l’albo delle associazioni, necessario per aver un chiaro regolamento sul funzionamento dei finanziamenti, è stato elaborato in maniera errata in alcuni punti. Questo è il destino di tutte le politiche calate dall’alto. L’assessore asserisce di essere rimasto fino a tarda notte in comune a sentire la chiunque, ma inutilmente, visto che poi ha fatto di testa sua. Non si spiega altrimenti la parata degli stati generali dove le singole associazioni hanno fatto rilevare le proprie idee e proposte, rimaste parole al vento in Sala Napolitano.

Politiche culturali=politiche antimafia?

La cultura per Grasso coincide solo con la legalità e, in un territorio come Lamezia,  con la cultura improntata alla lotta alla criminalità. La popolazione non ha capito, forse si è sentita soffocata: oltre alla cappa della Mafia anche la cappa dell’Antimafia. Soprattutto quando vengono spesi oltre 80.000 euro per Trame, di indubbio successo mediatico (anche per gli oltre 18.000 euro con il quale si è acquistato lo spazio su Repubblica), ma con qualche pecca organizzativa che qui non ripeto per non dilungarmi. Fatto stà che gli omicidi e le bombe di alcuni giorni dopo il festival hanno reso il tutto un po’ effimero.

C’è solo l’AMA?

L’assessore ha invitato le altre associazioni a protestare perché il settore cultura è cristallizzato, poiché son sempre le stesse associazioni a ottenere i finanziamenti. Non si deve protestare solo, però, per la presunta “ingordigia” dell’Ama Calabria. Perché non dire anche di altri? Perché son “vicine” all’amministrazione? Allora mi scuserà l’assessore, ma si perde di credibilità.

I numeri son numeri, si rendano pubblici, tutti, non solo quelli riguardanti l’Ama e si apra una discussione pubblica, un confronto. Non doveva essere un palazzo di vetro, un Comune Amico? E si approvi una volta per tutte un nuovo regolamento con un nuovo albo a regolare la distribuzione trasparente dei fondi alla cultura, premiando i progetti validi per la città. Tenendo presente che ci sarà sempre qualcuno che si lamenterà, ma la trasparenza e il dialogo metteranno alla luce tutto sicché la popolazione sarà in grado di comprendere se chi si lamenta ne ha ragione o meno a farlo.

Cosa succederà ora?

Un altro duro colpo per l’amministrazione che messo assieme all’assottigliarsi della maggioranza in consiglio, fa ammettere per la prima volta al Sindaco Speranza la volontà di mollare tutto per mancanza di quella coesione necessaria a portare avanti il progetto Lamezia 2015 e valutare la possibilità di candidarsi alle prossime elezioni nazionali. Nella giunta comunale, quindi, non c’è più una personalità di spicco come Tano Grasso, le cui dimissioni sembrano essere un boomerang mediatico che si ritorcono contro la stessa amministrazione.

Ci sarà un azzeramento della giunta e allargamento al terzo polo, cosi come chiesto dal consigliere Grandinetti? Chi sarà il nuovo assessore alla cultura? e l’assessore in rappresentanza della sinistra, che doveva essere nominato a settembre, che fine ha fatto? Dopo gli ultimi cambi di casacca, e se ne paventano altri, quali saranno gli equilibri in Consiglio Comunale?





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