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24 gennaio 2012
 

Udc: il sindaco non fa, la città è ferma

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Scritto da: Redazione
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Chi non è capace di fare, è bravo solo a criticare. Con questo motto il gruppo consiliare dell’Udc attacca frontalmente il sindaco Gianni Speranza. Parole fendenti e accusatorie per non lasciare più adito a qualsiasi tentativo di approccio tra il centrosinistra che governa e l’Udc che vuole restare all’opposizione.
Il gruppo di minoranza spiega: «In politica, o meglio in quella alquanto affabulatrice ed inconcludente, questo assurdo modo di fare ha un duplice scopo: il primo è creare una cortina fumogena rendendo l’aria nebulosa in modo che non si possa scorgere la realtà; il secondo è distogliere l’attenzione per nascondere le proprie continue defaillance e un inconcludente modo di gestire la cosa pubblica. Il sindaco non si sottrae a questo penoso modo di fare politica strumentale e faziosa, riuscendo solo a gettare su altri proprie colpe commissive ed omissive».
L’Udc ritorna a una vecchia polemica sulla pubblicazione di un opuscolo del Comune sotto elezioni: «D’altronde cos’altro potrebbe fare Speranza dopo aver pubblicato per la sua seconda campagna elettorale un libriccino delle cose fatte solo sulla carta (patinata)? Comunicare ai cittadini e ad una città oramai in ginocchio quello che ha sin qui fatto? Ci metterebbe ben poco, se si escludono marce, marcelonghe, manifestazioni e quant’altro di effimero e sterile esiste, se non è accompagnato da risultati veri, concreti e quotidiani. Quale problema atavico o contingente della città è stato sin qui non risolto (chiederemmo troppo), ma quantomeno affrontato dal sindaco? Nessuno», risponde uil gruppo consiliare. Che aggiunge: «Tutto, dall’abusivismo ai nomadi, è stato affrontato solo dalla magistratura che ha colmato suo malgrado i gap ed i deficit di chi non ha voluto e saputo assumersi le responsabilità che competono a chi vuole amministrare una città».
Secondo l’Udc «con la tecnica pilatesca del “non c’entro” o del “non lo sapevo” la città è stata lasciata a sé stessa. Anche delle semplici luminarie, peraltro poste con inverosimile e ridicolo ritardo, sono sembrate un progetto di Renzo Piano. La città è ferma. Il commercio è in fortissima crisi. L’edilizia è paralizzata. La criminalità, organizzata e non, impazza. Ci sono sempre più famiglie in crisi e sul lastrico. I giovani partono. E lui cosa fa? Marcia, marcia continuamente, verso dove? Per cosa? Perché non si siede a lavorare e costruire un futuro, o meglio un presente per questa città?».
Poi il gruppo prende le difese della dirigenza dell’Asp visto che il manager Gerardo Mancuso è collegato a doppio filo col partito. Scrivono i consiglieri: «Anche sull’ospedale protesta. Ma gli chiediamo: dov’era quando Lamezia veniva defraudata della sua Asl? Forse a raccogliere firme, a formare comitati, a gridare contro questo vergognoso scippo? Cosa ha fatto poi contro coloro che hanno ucciso l’Asl lametina? Pur di essere rieletto li ha aiutati e sostenuti».
Lo scudocrociato insiste sulla sanità: «Pur nella bravura del personale medico e paramedico che ha lavorato sempre, con grosso senso del dovere e spirito di sacrificio ed in tutte le condizioni, si è ereditato un ospedale spesso senza regole e con tante inefficienze organizzative. Si sono rifunzionalizzati ed inaugurati i nuovi reparti di neurogenetica, malattie infettive, rianimazione, nonché l’hub ambulatoriale, il centro screening, la sede della direzione sanitaria e di quella amministrativa, la sala convegni e la sede struttura tecnica. Fra qualche settimana apriranno il reparto di ginecologia ed il centro unico prelievi ristrutturati. Finanziato il progetto per la ristrutturazione esterna e l’impianto di climatizzazione (2.8 milioni dall’Ue). Stanno per iniziare i lavori al pronto soccorso, dialisi, urologia, blocco operatorio ed endoscopia interventistica. Espletati i concorsi per i nuovi primari di pronto soccorso, cardiologia e ortopedia. E l’ospedale mostra indici in ascesa con incremento del 5% delle attività assistenziali».
Inoltre i consiglieri nella loro difesa d’ufficio ricordano che «è stata adottata un’organizzazione con nuove disposizioni e incremento del personale. Certo, ancora tanto c’è da fare, ma sappiamo che l’attuale dirigenza saprà prodigarsi al massimo per mettere il malato e le sue esigenze al centro».
E concludono: «Ci saremmo aspettati che lei, con onestà intellettuale, avesse riconosciuto quanto fatto a favore di una sanità lametina equa ed efficiente, anziché banalizzare e strumentalizzare problemi seri e sui quali non si può fare sciacallaggio politico. Certo, caro sindaco, se in sette anni di governo avesse fatto almeno la metà di quanto creato nella sanità lametina in poco più di un anno, la città sarebbe in ben altre condizioni. Ma non è stato capace di farlo. Continui a protestare contro tutto e tutti, mentre le forze produttive e vitali della città languono, emigrano, muoiono».




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