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18 aprile 2012
 

L’Imu potrebbe salvare le casse comunali

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Scritto da: Redazione
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«È stato un anno difficile e complicato non solo per Lamezia , una situazione economica di crisi che ha portato alle dimissioni di Berlusconi e al governo Monti». Gianni Speranza comincia sottotono a fare il suo bilancio di fine anno, e non fa presagire nulla di roseo per questo in corso. A cominciare dai soldi.
Nel 2011 ci sono stati 2,4 milioni di euro in meno dallo Stato, cioè il 12% della spesa comunale, quest’anno probabilmente ci sarà un raddoppio. Ma il sindaco tiene a sottolineare che «è stato centrato l’obiettivo di non tagliare neanche un euro dalle politiche sociali verso i poveri, i disabili, i disagiati».
Che aumentano sempre di più in città perchè ci sono 1.026 famiglie che chiedono al Comune fondi per la sopravvivenza. L’assistenza municipale è arrivata l’anno scorso a 190 mila euro pronto cassa: cure sanitarie, funerali, buoni mensa, affitti per le abitazioni.
Per aiutare i disabili a spostarsi in carrozzina, a fare riabilitazione in piscina o ad affrontare i loro disagi mentali, da Palazzo Maddamme sono stati spesi 860 mila euro. Alcuni disabili e tanti anziani poveri, quasi 2 mila in tutto, hanno avuto la possibilità di passare qualche giorno a mare. Altri disagiati per la spesa quotidiana possono andare all’Emporio della solidarietà gestito dal Masci, per il quale il Comune ha speso 80 mila euro.
Fin qui l’assistenza con numeri considerevoli. Molto meno gli investimenti per lo sviluppo. Che sono ancora da venire, forse quest’anno. Anche se un aiuto alle imprese è stato dato, ma solo a quelle che hanno relazioni d’affari col Comune: 10 milioni di euro sono disponibili a tasso agevolato per loro, e zero interessi per l’ente. «Perchè le casse municipali non hanno liquidità», spiega il primo cittadino, dovendo far fronte ai debiti da pagare alle aziende che hanno lavorato o fornito beni.
Fin qui nessuna novità, i comuni si trovano quasi tutti in crisi in Calabria. Notizie buone per l’ente lametino, ma cattive per i cittadini arrivano sul piano fiscale: quest’anno ci sarà da pagare la tassa per la prima casa, cancellata da Berlusconi e riproposta da Monti. Con l’aggravante per i contribuenti con la riforma delle rendite catastali degli immobili calcolate in metri quadrati e non più in vani. Così l’Imu, il nuovo tributo che sostituisce l’Ici, dovrebbe assicurare alle casse comunali 6 milioni di euro. Quasi quanto le entrate della vecchia Ici sulla prima casa. Come dire che l’Imu potrebbe salvare le casse comunali.
Con un interrogativo d’obbligo in una città dove evasione ed elusione fiscali sono altissime: pagheranno tutti l’Imu sulla prima abitazione? Dalle parole del sindaco s’è capito che non andrà così, che è in corso un’azione di recupero crediti dei tributi a vasto raggio. Ma alla domanda specifica di quantificare l’evasione in città sia il sindaco sia l’assessore al Bilancio Aldo Ferrise non hanno dato numeri. Dicendo solamente che «con la lotta all’evasione si possono non aumentare le tasse a chi ha sempre pagato». Un discorso montiano che fila soltanto se la caccia ai morosi diventa efficace. Su questo piano, e grazie alle nuove normative che prevedono la galera per chi non paga, è impegnata anche la procura della Repubblica lametina.
Tutti i progetti di sviluppo previsti l’anno scorso vengono dati come da realizzare da qui al prossimo dicembre. I due più sicuri sono la riqualificazione dell’area dello zuccherificio che verrà realizzati con i capitali della Cissel, la società proprietaria. Anche i primi interventi nell’area Api, a Sud di Savutano, visto che ai proprietari dei terreni è stata data via libera a costruire.
Le cose si complicano quando si parla delle opere previste dal Patto per lo sviluppo sottoscritto più di due anni fa da Comune, Provincia e Regione. Dei circa 500 milioni di euro promessi ne dovrebbero arrivare 40 a breve termine. «Nelle prossime settimane», garantiscono al Comune. Serviranno per il nuovo Palasport accanto allo stadio “Carlei”.
Ma nessuna promessa questa volta sui finanziamenti per le altre grandi opere incluse nel Patto: nuovo aeroporto, metropolitana di superficie, piastra logistica nell’area ex Sir. C’è qualche chance in più soltanto per il porto turistico inserito nel nuovo Piano strutturale ancora da approvare, ma contenuto nel Piano della portualità licenziato dalla Regione pochi mesi fa. C’è un’azienda che è interessate ed ha proposto un progetto. Nell’antivigilia di Natale i progettisti hanno incontrato Comune e Regione. Nei prossimi giorni si confronteranno con Giovanni Crocioni padre del Psc.
Intanto la palla adesso è nelle mani della Capitaneria di porto di Vibo che dovrà dare il suo parere. Si tratta di preliminari anche per quest’altra opera.
Vinicio Leonetti




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