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14 novembre 2012
 

Uva, vendemmie e non solo Incontro incentrato sulle potenzialità della viticoltura

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Scritto da: Lina Latelli Nucifero

«L’uva  possiede un elevato valore nutritivo per gli  zuccheri contenuti, gli  acidi, le  vitamine,  i polifenoli  e il  potassio  che svolgono non solo un’azione energetica,  depurativa, digestiva, lassativa e diuretica, ma anche  di regolazione del ritmo cardiaco per il buon contenuto di  potassio. E quindi  cento grammi di uva fresca di stagione rappresentano  un vero toccasana per 60 kilocalorie». Lo ha affermato la presidente dell’associazione “L’albero della vite” Saveria Sesto nel corso di un incontro incentrato sui dati della vendemmia in atto in Italia ed in Calabria,  sull’ analisi sensoriale  delle  uve e  sulla degustazione attraverso la quale si evidenziano gli elementi di qualità dell’ uva e gli aspetti nutrizionali delle stessa.La Sesto, dopo aver sottolineato l’importanza del processo di maturazione delle uve, che comporta rilevanti  trasformazioni chimico-fisiche relative alla colorazione, consistenza e composizione delle bacca, ha sostenuto che, per stabilire il momento più opportuno per la vendemmia, è necessario osservare le curve di maturazione che si ricavano dalle  misurazioni di routine quali zuccheri, acidità totale e Ph, l’indice di fenoli, degli antociani estraibili e dei tannini dei vinaccioli, soprattutto per l’uva da vino. «L’assaggio delle uve, ovvero della polpa, buccia e vinaccioli, utilizzando 19 descrittori diventa uno strumento oggettivo ed integrativo delle altre analisi  che portano alla determinazione della maturità enologica delle uve» ha aggiunto la Sesto. Nell’inquadrare l’aspetto più tipicamente produttivo dell’uva da tavola in Italia e in Calabria,  il  vivaista viticolo Mario Maiorana e l’ agronomo Arcangelo Giampà hanno messo in luce   le varietà oggi coltivate in Calabria e le tendenze del mercato dell’uva da tavola rimarcando il fatto che le varietà locali, ormai abbandonate, sono state sostituite dalle  varietà internazionali, bianche e rosse, a gusto neutro, apirene, facili da lavorare e trasportare. Nonostante la critica situazione, registrata in Calabria, nella grande distribuzionela Pugliaela Siciliasono  le regioni leader  che soddisfano il fabbisogno di  tutto il territorio nazionale ed europeo. Per portare in auge le produzioni calabresi,la Sestoha proposto di ritornare allo Zibibbo e alla Corniola, varietà su cui si sta lavorando per selezionare piante dalle buone caratteristiche e per dare valore ai prodotti dalle buone potenzialità ben apprezzati dai consumatori della Calabria. L’apprezzamento di queste ultime è stato misurato  a chiusura della serata  con la degustazione delle uve  dell’azienda Maiorana, dello Zibibbo di Vincenzo Caruso e della Corniola dell’azienda Davoli, mentre  la varietà  Red globe, Black magic  e  Victoria hanno colpito gli assaggiatori  solo all’esame  visivo, per la bellezza del grappolo e le dimensioni degli acini. Per Maiorana e Giampàla Calabriacon i suoi483 ettarie 60.000 quintali ha notevoli margini di espansione sull’uva da tavola, anche perché questo segmento non conosce limiti  delle quote da investire,   lavorando sulla selezione delle  varietà locali che meglio esprimono le qualità organolettiche richieste dai consumatori. 

Lina Latelli Nucifero

Il Quotidiano della Calabria



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