«L’uva possiede un elevato valore nutritivo per gli zuccheri contenuti, gli acidi, le vitamine, i polifenoli e il potassio che svolgono non solo un’azione energetica, depurativa, digestiva, lassativa e diuretica, ma anche di regolazione del ritmo cardiaco per il buon contenuto di potassio. E quindi cento grammi di uva fresca di stagione rappresentano un vero toccasana per 60 kilocalorie». Lo ha affermato la presidente dell’associazione “L’albero della vite” Saveria Sesto nel corso di un incontro incentrato sui dati della vendemmia in atto in Italia ed in Calabria, sull’ analisi sensoriale delle uve e sulla degustazione attraverso la quale si evidenziano gli elementi di qualità dell’ uva e gli aspetti nutrizionali delle stessa.La Sesto, dopo aver sottolineato l’importanza del processo di maturazione delle uve, che comporta rilevanti trasformazioni chimico-fisiche relative alla colorazione, consistenza e composizione delle bacca, ha sostenuto che, per stabilire il momento più opportuno per la vendemmia, è necessario osservare le curve di maturazione che si ricavano dalle misurazioni di routine quali zuccheri, acidità totale e Ph, l’indice di fenoli, degli antociani estraibili e dei tannini dei vinaccioli, soprattutto per l’uva da vino. «L’assaggio delle uve, ovvero della polpa, buccia e vinaccioli, utilizzando 19 descrittori diventa uno strumento oggettivo ed integrativo delle altre analisi che portano alla determinazione della maturità enologica delle uve» ha aggiunto la Sesto. Nell’inquadrare l’aspetto più tipicamente produttivo dell’uva da tavola in Italia e in Calabria, il vivaista viticolo Mario Maiorana e l’ agronomo Arcangelo Giampà hanno messo in luce le varietà oggi coltivate in Calabria e le tendenze del mercato dell’uva da tavola rimarcando il fatto che le varietà locali, ormai abbandonate, sono state sostituite dalle varietà internazionali, bianche e rosse, a gusto neutro, apirene, facili da lavorare e trasportare. Nonostante la critica situazione, registrata in Calabria, nella grande distribuzionela Pugliaela Siciliasono le regioni leader che soddisfano il fabbisogno di tutto il territorio nazionale ed europeo. Per portare in auge le produzioni calabresi,la Sestoha proposto di ritornare allo Zibibbo e alla Corniola, varietà su cui si sta lavorando per selezionare piante dalle buone caratteristiche e per dare valore ai prodotti dalle buone potenzialità ben apprezzati dai consumatori della Calabria. L’apprezzamento di queste ultime è stato misurato a chiusura della serata con la degustazione delle uve dell’azienda Maiorana, dello Zibibbo di Vincenzo Caruso e della Corniola dell’azienda Davoli, mentre la varietà Red globe, Black magic e Victoria hanno colpito gli assaggiatori solo all’esame visivo, per la bellezza del grappolo e le dimensioni degli acini. Per Maiorana e Giampàla Calabriacon i suoi483 ettarie 60.000 quintali ha notevoli margini di espansione sull’uva da tavola, anche perché questo segmento non conosce limiti delle quote da investire, lavorando sulla selezione delle varietà locali che meglio esprimono le qualità organolettiche richieste dai consumatori.
Lina Latelli Nucifero
Il Quotidiano della Calabria