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Lamezia Terme

19 febbraio 2014
 

Parlate di turismo in Calabria? Che coraggio!

Fonte: Unito.it.

Leggi questo articolo sul blog The Lightblue Ribbon.

Le rivelazioni shock del product manager di un importante tour operator americano.

Ma che bella questa Calabria, la terra del Sole e dell’Amore, la terra dei Valori, la terra dell’Ospitalità di origini greche, la terra della cultura e del turismo. La stagione turistica è bell’e finita, ora è giunto il tempo delle critiche. Introduciamo un personaggio, O.I., che per sua esplicita richiesta rimarrà nell’anonimato. O.I. lavora come product manager per un tour operator americano specializzato nel turismo dagli USA all’Italia. O.I. e la sua compagnia, ogni anno, portano migliaia e migliaia di turisti americani nelle regioni più gettonate come la Toscana, il Veneto, il Lazio, la Campania e la Sicilia, senza dimenticare la Puglia. Noi, che viviamo nella “terra del Sole e dell’Amore”, ci chiediamo: perché non in Calabria che ha le sue bellezze? Sicuramente il motivo non può essere la criminalità organizzata, perché delle regioni sopra citate nessuna può essere considerata “mafia-free”. Il Meridione non convince gli americani perché “arretrato”? Questa spiegazione non sta in piedi, perché Campania, Puglia e Sicilia sono anch’esse regioni meridionali e godono di flussi turistici non indifferenti. Optiamo allora per un banale “non ci hanno ancora pensato”? Neanche questa è una scusa valida, perché O.I. è di origini calabresi e se investe in Campania e Sicilia dovrebbe investire, a rigor di logica, anche in quella che potremmo considerare la “sua” regione. Aspettate un attimo, forse ci hanno provato ma non ci sono riusciti? Se così fosse, perché?

In esclusiva, O.I. ci racconta la dura realtà sul turismo in Calabria, la realtà che noi non conosciamo o che facciamo finta di non conoscere, alla faccia di quello che voi pensate sulla terra dell’Ospitalità, dell’Amore e dei Valori. La traduzione in lingua italiana è a cura dell’autore dell’articolo.

“In Calabria non c’è poi così tanto turismo e uno dei motivi principali è la mancanza di pubblicizzazione. Con 5 anni di esperienza collaborativa con le varie branche del governo italiano che si occupano di turismo, posso dire che la Calabria è stata una delle poche regioni a non inviare nessun tipo di materiale e non ha mai partecipato ai workshop turistici. Solo con l’educazione e la pubblicità si porta il turismo in una determinata area. Al momento gli unici americani che vanno in Calabria sono quelli con radici; i loro nonni o i loro bisnonni sono nati lì.

Secondo me, anche i pregiudizi sulla mafia spiegano il poco turismo. Gli americani hanno paura di venire in Calabria, pensano che una volta arrivati in questa regione potrebbero essere attaccati, derubati o uccisi dai mafiosi. La Sicilia ha anch’essa problemi relativi alla mafia, ma lì il turismo va a gonfie vele. Perché? Perché la regione educa le persone. Loro vengono negli Stati Uniti e fanno vedere video, immagini, etc., raccontano storie che attirano l’interesse degli americani facendo venire la voglia di visitare quella terra. Gli americani conoscono i nomi delle città siciliane… ma non quelli delle città calabresi. Lavoro ancora in quel settore e quando parlo con potenziali clienti, solo il 5% di loro chiede della Calabria – ma solo perché vogliono vedere la terra dei loro antenati.

Ho provato ad organizzare un tour comprendente la Calabria ma, a causa dei troppi ostacoli, ho dovuto lasciare stare. La mia compagnia si occupa di turismo da più di 50 anni e abbiamo accordi commerciali con centinaia di hotel in tutto il mondo… ovviamente, quelli calabresi sono stati gli unici in assoluto a richiedere un anticipo dei pagamenti 60 giorni prima dell’arrivo dei clienti. La Calabria ha tanto da offrire ma, purtroppo, se non hai parte della tua famiglia lì, non lo saprai mai.”

Non so se vi rendete conto: nonostante la garanzia offerta da un colosso turistico come quello di O.I., gli “ospitali” hotel calabresi pretendono pagamenti con due mesi di anticipo, scoraggiando gli investimenti. Gli americani vanno in Sicilia e non in Calabria perché hanno paura della mafia. La regione Calabria (intesa sia come istituzione che come insieme dei residenti) non fa assolutamente nulla per incentivare il turismo dagli USA e, presumibilmente, da altre parti del mondo. Questa è la realtà: è inutile campare di illusioni e ostentare chissà quali risultati nel settore del turismo. Qualche aneddoto potrei raccontarlo anch’io: potrei descrivere le facce di alcuni turisti disorientati, nella terra dell’Ospitalità, di fronte alla mancanza vergognosa di collegamenti ed infrastrutture necessarie per collegare comodamente un qualsiasi punto A ad un punto B, per non parlare della scarsa conoscenza della lingua inglese da parte della popolazione locale. In fondo l’ospitalità e il calore calabresi si sentono solo tra parenti e amici: i turisti sono esclusi, come si fa ad essere ospitali con una persona che parla una lingua incomprensibilePotrei descrivere la reazione di un mio insegnante americano, all’inizio del mio periodo di studio negli USA, quando ha saputo di avere uno studente proveniente dalla Calabria. Potrei riportare l’esempio di un noto ristorante in una nota località turistica calabrese affacciata sul mare, dove su 10 camerieri, 11 erano “tamarri” e per i loro modi di dire e di fare hanno lasciato molti clienti, me incluso, a bocca aperta. Potrei citare il cameriere Mister Esprit de Finesse di una nota gelateria che, facendo cenno ad un suo collega invitandolo a preparare il conto per un gruppo di nordeuropei, disse la frase memorabile “mina ca su turisti!” (“vacci forte, sono turisti”). Chissà se alla fine hanno rilasciato anche lo scontrino fiscale. Stavo per scrivere qualcosa sul turismo LGBT (Lesbian Gay Bisex Trans, alias “ciò che i calabresi odiano”), una miniera d’oro per tante località turistiche nel mondo e una possibilità di sviluppo per la Calabria, terra dell’Amore, ma è meglio lasciare stare.

Il 2013 negli USA è l'anno della cultura italiana. Fonte: National Italian American Foundation.

Anzi, potrei andare oltre gli aneddoti e dire come la penso. Il turismo, in questa benedetta/maledetta Calabria, c’è quasi per sbaglio. La terra, in senso prettamente paesaggistico, è in qualche modo “idonea”, ma la popolazione, le infrastrutture, le istituzioni ed i collegamenti non lo sono affatto. Abbiamo la fortuna di vivere in un’area con un clima estivo invidiabile, abbiamo la fortuna di avere patrimoni storici e culturali tali da garantire un flusso turistico tutto l’anno, ma non sappiamo sfruttare ciò che abbiamo. Parliamo di turismo annoverandolo tra le fonti di guadagno, tra le possibilità di sviluppo, tra i motivi d’orgoglio dell’essere e sentirsi calabrese, ma con quale coraggio? Siamo indietro rispetto alle altre regioni del Sud, non ci sono luci alla fine del tunnel per noi e la colpa non è del Nord o dei “politici ladroni”, ma vostra. I nostri aeroporti, strutturalmente parlando e in termini di traffico, non sono nulla rispetto agli analoghi campani, pugliesi e soprattutto siciliani: la Sicilia (CataniaPalermoTrapani, ora anche Comiso) mobilita 12 milioni di passeggeri all’anno, Puglia e Campania (Bari e Brindisi per la prima, Napoli per la seconda) quasi 6 milioni ciascuna, noi invece non arriviamo neanche a 3 milioni (Lamezia TermeReggio CalabriaCrotone). Questi dati si riferiscono al 2012 e i dati parziali sul 2013 non evidenziano nessun trend in salita per noi.

Per il biennio 2012-2013, la Calabria è la "Regione d'Onore" della National Italian American Foundation, una fondazione di italoamericani. Qualcuno ne ha approfittato per lanciare il turismo dagli USA alla Calabria? Assolutamente no. Fonte: NIAF.

La situazione è resa ancora più tragica da un paradosso. Affidiamo a Ryanair, la compagnia aerea ultra criticata con guai giudiziari senza fine che garantirebbe 1 posto di lavoro ogni 1.000 passeggeri trasportati (a proposito, qualcuno sa qualcosa dei 750 posti di lavoro all’anno nati grazie ai 750.000 passeggeri trasportati a Lamezia Terme?), il compito di incentivare il turismo in Calabria con milioni e milioni di euro di finanziamenti, e non facciamo nulla per portare qui alcune tra le persone più ricche del globo, quelle che potrebbero comprare case e palazzi interi, quelle che potrebbero investire sul marchio calabrese, dando inizio ad un “effetto domino” inarrestabile di ricchezza e sviluppo totalmente indipendente dalle politiche nazionali (e locali…) che vogliono limitare la crescita della Calabria. No, i turisti americani non ci interessano, i voli diretti Lamezia Terme – New York sono una favola da bar, noi puntiamo sui “turisti” Ryanair che per risparmiare dormono in aeroporto e non comprano neanche mezzo souvenir. Questo è lo sviluppo che vogliamo!

Francesco D’Amico



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